Gli esami ematochimici, le visite specialistiche, le indagini strumentali preoperatorie sono da richiedere solo se rap- presentano un valore aggiunto: necessità di modificare la tecnica chirurgica protocollata.
La valutazione preoperatoria dei test della coagulazione, tempo di trombina e di tromboplastina parziale, ha rilievo nella chirurgia ambulatoriale dell’insufficienza venosa solo se è in corso l’assunzione di anticoagulanti o in presenza di una patologia legata alla coagulazione; anche un eventuale trattamento dialitico potrebbe suggerirne un’indicazione.
Per quanto riguarda il digiuno preoperatorio, l’assunzione di liquidi chiari è ammessa fino a due ore prima di un qualsiasi intervento elettivo anche importante, mentre il digiuno può essere limitato alle sole sei ore precedenti
l’intervento. In sintesi, nei pazienti ASA 1 o ASA 2 avviati a procedure chirurgiche minori di solito non è necessario richiedere nessuna valutazione anestesiologica preoperatoria. L’unica eccezione si ha quando le informazioni anamnestiche richiedano di focalizzare possibili criticità in vista di un probabile cambiamento della strategia chirurgica o anestesiologica; ma questo capita raramente nella chirurgia endovenosa laser.
Anche le recentissime linee guida della Società Europea di Anestesiologia indicano l’anamnesi e l’esame obietti-
vo come i punti cardine della valutazione preoperatoria prima di procedure elettive non cardiologiche in regime ambulatoriale o di DS (De Hert MS et al. Eur J Anaesthesiol 2018; 35(6): 407-65).
Per quanto riguarda il dolore viene misurato tramite uno score (NRS) che va da 0 nessun dolore a 10 un dolore mas-
simo immaginabile. Esistono oggi associazioni di principi attivi che, opportunamente prescritti, possono controllare anche le condizioni di algogenicità media e, a maggior ragione, il dolore nella chirurgia endovenosa laser.
Nelle procedure a basso indice di algogenicità, come quelle della chirurgia endovenosa laser, si può iniziare a somministrare del paracetamolo intraoperatorio.