PATRIZIA PAVEI
L’attuale normativa regionale in Veneto riconosce solo il regime ambulatoriale come congruo per gli interventi endovascolari sulle varici, riconoscendone il rimborso al di fuori del DRG.
Nell’Unità Operativa Complessa di Day Surgery multidisciplinare di Padova sono presenti due sale operatorie tradizionali, sei ambulatori visite e due ambulatori chirurgici protetti con una possibilità di degenza di venti posti letto e sei poltrone: l’attività chirurgica ambulatoriale si svolge nei due ambulatori protetti. L’anestesista è presente nella piastra operatoria tradizionale e può essere chiamato, in caso di necessità, negli ambulatori chirurgici protetti.
Nell’ambito della UOC di Day Surgery multisciplinare, la Vein Clinic è giustificata dall’elevata prevalenza e dal notevole costo sociale ed economico della malattia venosa cronica, ma anche dall’esigenza di liberare, per interventi chirurgici più complessi, sale operatorie adeguatamente attrezzate, senza sacrificare il livello di qualità e comfort dell’assistenza al paziente.
Il primo accesso del paziente è ambulatoriale (Figura 1).
Lo specialista, dopo l’anamnesi, e l’individuazione della classe ASA di rischio clinico, esegue l’ ecocolordoppler. Se lo specialista decide di avviare il paziente all’intervento piuttosto che ad altre procedure come la scleroterapia, identifica la procedura chirurgica più opportuna e richiede, se necessario, la visita anestesiologica; i pazienti ASA 1 e 2 sono inseriti direttamente nella lista operatoria.
In occasione di questo primo accesso, il paziente compila inoltre un questionario sul suo stato di salute che entrerà a far parte della cartella ambulatoriale; è anche consegnata e illustrata una “Guida per il paziente che deve essere operato di varici” sviluppata dall’Azienda Ospedaliera di Padova.
Il paziente tornerà nella struttura il giorno del mappaggio preoperatorio, generalmente il giorno prima dell’intervento: questo momento di rivalutazione è fondamentale perché, dal primo accesso del paziente, possono essere passati anche diversi mesi. Oltre alla rivalutazione del paziente, con un ecocolordoppler di controllo, si discutono le istruzioni per il giorno dell’intervento (digiuno, accompagnatore, ecc.) e gli eventuali dubbi residui e si redige il programma della sessione operatoria dell’indomani.
Il giorno dell’intervento, l’accesso dei primi due pazienti è di norma il mattino, alle 7:30, a digiuno e con libera assunzione della terapia medica abituale e incannulando una vena al braccio per precauzione. È permessa la colazione del mattino, se l’intervento è programmato al pomeriggio.
La premedicazione è leggera, quasi un placebo (midazolam, 10 gocce sublinguali). Dopo l’intervento, si ritorna in sala osservazione per un’ora, poi leggera colazione, deambulazione e dimissione. Un primo follow-up telefonico è previsto già la sera dell’intervento. Per quanto riguarda le medicazioni post-operatorie, la prima, programmata dopo 1-2 giorni, è soprattutto di alleggerimento delle medicazioni (le eventuali flebectomie sono di solito eseguite nella stessa sessione operatoria); un altro controllo è previsto dopo 7 giorni associato a un ecodoppler per confermare l’occlusione del tronco safenico e l’assenza alla giunzione di un trombo causato dal calore (EHIT). La visita finale di controllo è prevista dopo 3-6 mesi