Vein clinic: un'esperienza pionieristica in Lombardia

L'Ambulatorio di Flebologia avanzata dell'Ospedale SS Trinità a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, rappresenta un unicum nel panorama sanitario italiano: gli ottimi risultati raggiunti dimostrano l'efficacia, anche economica, di un modello di flebologia endovascolare in regime ambulatoriale.
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Edoardo De Angelis

08 Agosto 2022

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La mia esperienza con l’Ambulatorio di Flebologia avanzata dell’Ospedale SS Trinità di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, ora considerato un centro di eccellenza nazionale, è nata nell’ottobre 2017.

In quel periodo infatti sono stato chiamato dal Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’azienda sanitaria di Bergamo Ovest, con il mandato di organizzare una struttura di flebologia in regime prettamente ambulatoriale, seguendo i dettami delle linee guida flebologiche internazionali. Queste infatti prevedono un trattamento ambulatoriale puro, eseguito con terapie endovascolari mininvasive.

L'organizzazione della struttura

Siamo partiti con una struttura dedicata all’attività diagnostica, clinica e operativa, nella sede di Romano di Lombardia, affiancata, una volta alla settimana, dalla struttura di Treviglio, sempre in provincia di Bergamo, solo per l’attività diagnostica. Un ambulatorio, precedentemente utilizzato per gli interventi di chirurgia in anestesia locale, è stato modificato  e riadattato per creare un percorso in cui il paziente trova, in sequenza, lo spogliatoio e il bagno, la zona operativa e infine una zona di relax in cui rimane in osservazione per 15-30 minuti, prima di essere dimesso. Nell’ambulatorio opera personale dedicato, con due strumentisti e due infermiere fuori sala, che si alternano nella sala operatoria. Qualche difficoltà l’abbiamo incontrata inizialmente per il reperimento dell’ecografo, che è uno strumento fondamentale per l’intervento di termoablazione laser, poi risolta grazie alla collaborazione dell’ingegneria clinica.

Da sottolineare che la procedura non richiede la presenza di un anestesista durante l’intervento: è sufficiente che questa figura sia presente nella struttura, in caso di emergenze. Particolare attenzione è stata posta al rilassamento dei pazienti, che vengono operati al buio, con la possibilità di ascoltare della musica, e con la presenza tranquillizzante di tutto il personale. L’utilità di questo approccio è sottolineata non solo dalla soddisfazione espressa dai pazienti stessi, ma anche dai numeri relativi alla sedazione, utilizzata in una percentuale irrisoria di casi: basti pensare che nel primo anno sono stati operati 275 pazienti e ne sono stati sedati meno di 10.

Dal reclutamento al post operatorio

I pazienti vengono selezionati nell’ambulatorio di flebologia, che prevede sia l’accesso per le visite flebologiche sia l’accesso per la diagnostica con ecocolordoppler. I candidati vengono messi in lista di attesa, seguendo un protocollo interno appositamente dedicato che prevede delle liste di priorità.

Una volta in lista, le infermiere chiamano i pazienti per la cartella clinica, perché non eseguiamo un pre-ricovero con esami ematochimici, ECG o altri accertamenti pre operatori. Almeno 15 giorni prima dell’intervento, viene compilata un’anamnesi molto accurata e la chiamata è fatta con una settimana di anticipo: sono periodi di tempo adeguati, anche perché i pazienti possono arrivare da fuori regione. A questo punto viene compilata l’impegnativa per l’intervento, vengono prescritte la calza e la profilassi con eparina e si fissa la data dell’intervento.

È importante sottolineare che ai pazienti viene fornito un opuscolo in cui si spiega che cos’è la malattia varicosa, quali sono i tutti i trattamenti indicati dalle linee guida (in generale, non solo nel nostro centro), qual è l’intervento più indicato per il loro caso, come viene fatta la termoablazione laser, quali sono i possibili rischi ed effetti collaterali. Poi naturalmente si procede con la compilazione del consenso informato e con tutte le indicazioni su come il paziente dovrà comportarsi prima e dopo l’intervento.

Il giorno dopo l’intervento viene fatta un primo ecocolordoppler di controllo e viene programmato il controllo successivo, oppure viene programmato l’intervento di ecosclerosi con schiuma per completare il trattamento dei rami collaterali.

Riassumendo, per tutte le fasi di registrazione, passaggio al CUP, mappatura ecografica, intervento e post-operatorio, il paziente rimane impegnato per circa due ore.

Uno sguardo al futuro

Il centro ha iniziato a funzionare in modo soddisfacente e con ottimi risultati. La stampa locale ha poi diffuso le informazioni sulla nuova opportunità d’intervento laser per la risoluzione delle varici, e quindi anche l’affluenza dei pazienti è aumentata: prima del mio arrivo, venivano eseguiti 20 interventi laser all’anno, dopo il mio arrivo a tutt’oggi, ho praticato quasi 500 interventi di EVLA. L’obiettivo dell’azienda è un ulteriore potenziamento per aggiungere almeno altri 100 pazienti all’anno. Ora siamo a circa sette mesi di attesa per il laser e 7-8 per l’ecosclerosi con schiuma e si rende ora necessaria una figura di assistente, almeno per la diagnostica.

Un modello vincente

L’Ambulatorio di Flebologia avanzata di Romano di Lombardia ha fatto da apripista per una tipologia organizzativa che nel nostro Paese ancora stenta ad affermarsi nel settore pubblico. Molti amministratori si lasciano spaventare dal costo del device, non considerando che i costi per l’azienda comprendono tutto il percorso nella struttura, da quando il paziente entra a quando esce. Complessivamente, il prototipo di una vein clinic sul modello statunitense, con interventi ambulatoriali mininvasivi, è nettamente vantaggioso anche in termini economici, senza contare il risparmio per il sistema sanitario nazionale, dovuto al fatto che si abbattono i rischi di eventuali complicanze tromboemboliche, prescrizioni di anticoagulanti, giorni di ricovero, giorni di assenza dal lavoro e altri costi sociali.

In conclusione, la mia personale raccomandazione è che il professionista che si prende in carico la gestione dell’ambulatorio di flebologia endovascolare si dedichi esclusivamente a questa attività. In altre parole, perché la struttura funzioni con la massima efficienza, occorre evitare che il chirurgo pratichi la chirurgia laser delle varici a latere di altre chirurgie generali o vascolari.

Speriamo che l’affermazione e successo della nostra Flebologia avanzata aiuti a superare le tante difficoltà culturali e politiche che finora hanno frenato la diffusione di questo modello organizzativo.

Conclusioni
  • IL MODELLO – L’Ambulatorio di Flebologia avanzata di Romano di Lombardia (Bg) si è sviluppato in pochi mesi, grazie a un’organizzazione razionale e agile delle risorse
    umane e della logistica.
  • I NUMERI – Il Centro attualmente offre il trattamento di termoablazione laser delle varici in regime strettamente ambulatoriale a circa 300 pazienti all’anno, e i numeri sono destinati a crescere ancora.
  • EFFICACIA E TOLLERABILITA’ – L’intervento impegna il paziente per un tempo molto limitato e riscuote un alto gradimento in termini di tollerabilità ed efficacia.
  • I COSTI – ll trattamento ambulatoriale delle varici è economicamente conveniente, nonostante il device abbia un maggior costo rispetto alla chirurgia convenzionale.