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The Veins N. 4

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Settembre | 2020

ANNO II – N. 4 SETTEMBRE 2020

The Veins Magazine Quadrimestrale di informazione per il Medico

Nuove esperienze, punti di vista inediti, spunti di riflessione e di discussione: dopo un periodo difficile per tutto il mondo sanitario, torniamo ad approfondire i diversi aspetti della metodica laser endovenosa ELVeS.

Partiamo con un’intervista, la prima in assoluto che compare sulla nostra testata. Il dottor Pedrotti, angiologo medico con studio a Lugano, tratta con ELVeS la patologia safenica. La sua appare come una bella esperienza, che può essere utile anche ai colleghi italiani che lavorano in ospedale. Troverete, nella sua precisa narrazione, spunti per perfezionare la procedura ELVeS, che applica da solo in ambito completamente ambulatoriale.

Nel terzo articolo, l’esperienza dell’HTA di Bergamo ci permette di conoscere il percorso di questa valutazione, i parametri e gli outcome esaminati, nonché le sue conclusioni. Il laser endovenoso non è solo un trattamento per la vena grande safena. Due articoli clinici illustrano il trattamento della vena piccola safena, del dottor Dimitrios Kontothanassis, e delle vene perforanti, del dottor Gabriele Bertoni, con i successi ottenuti. All’estero, in particolare negli Stati Uniti, sono comuni le vein clinic, unità specialistiche dedicate al trattamento delle malattie venose. In Inghilterra, NICE consiglia di creare queste strutture per avere cure migliori con un rapporto costo-beneficio ottimale.

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Nel nostro Paese, tutto ciò non è ancora frequente, anche se la filosofia che sta alla base della loro istituzione – alta specializzazione, qualità delle cure, ambulatorietà del trattamento – sono già applicate nelle breast e stroke unit. Il dottor Edoardo de Angelis con il direttore Dipartimento Scienze Chirurgiche professor Sgroi, hanno avuto la lungimiranza e la fiducia di crederci e provarci, mettendo in atto una struttura di questo tipo in Italia.

Nella sua intervista ci racconta com’è andata e con quali risultati. Infine il dott. Luca Gentile, esperto di risk management dell’ASL1 di Cuneo, analizza il percorso della valutazione del rischio legato all’utilizzo del laser da 1470 nm e delle fibre radiali e, sulla base delle sue misurazioni e valutazioni, indica un comportamento di sicurezza in termini di uso degli occhiali protettivi durante l’attività ed eliminazione delle superfici riflettenti nella sala operatoria, richieste talora avanzate dal responsabile locale della valutazione del rischio clinico. Buona lettura.

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