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The Veins N. 4

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Settembre | 2020

ANNO II – N. 4 SETTEMBRE 2020

The Veins Magazine Quadrimestrale di informazione per il Medico

Nuove esperienze, punti di vista inediti, spunti di riflessione e di discussione: dopo un periodo difficile per tutto il mondo sanitario, torniamo ad approfondire i diversi aspetti della metodica laser endovenosa ELVeS.

Partiamo con un’intervista, la prima in assoluto che compare sulla nostra testata. Il dottor Pedrotti, angiologo medico con studio a Lugano, tratta con ELVeS la patologia safenica. La sua appare come una bella esperienza, che può essere utile anche ai colleghi italiani che lavorano in ospedale. Troverete, nella sua precisa narrazione, spunti per perfezionare la procedura ELVeS, che applica da solo in ambito completamente ambulatoriale.

Il caso clinico del dottor De Angelis di Bergamo, ormai una delle firme abituali della nostra rivista, presenta un paziente
difficile per condizioni di salute generali e per gravità della malattia varicosa. Il caso è molto ben documentato e il mio
consiglio è di leggerlo con attenzione. Sottolineo tre punti chiave: l’integrazione tra laser endovenoso e sclerosi ecogui-
data con schiuma, la scelta di affrontare il trattamento con piccoli step progressivi e infine un progetto ben integrato,
per ridurre al minimo i rischi ed eseguire i trattamenti in regime ambulatoriale.

La dottoressa Brambilla, chirurgo vascolare di Milano, racconta una casistica di trattamenti ELVeS della vena piccola safena: i risultati sono molto soddisfacenti. Da segnalare la sua scelta rispetto al posizionamento della fibra radiale, che avviene cranialmente, nel punto in cui la safena inizia a approfondirsi nel cavo popliteo. Questa posizione è suggerita da chirurghi vascolari americani, soprattutto per ragioni di sicurezza, data la presenza nel cavo popliteo di numerosi nervi che potrebbero essere interessati dal danno termico. Personalmente, preferisco posizionare la punta della fibra a circa 2 cm dalla giunzione safeno-poplitea. Sarebbe interessante poter rivedere i suoi pazienti a cinque anni dal trattamento, per poter confermare o meno se questo approccio più “sicuro” è altrettanto efficace di quello tradizionale.

Sempre in tema di casi complessi, il dott. Rivellini di Cuneo illustra la sua esperienza di trattamenti ELVeS. Anche in questo campo, i punti di forza di questo approccio sono evidenti: mininvasività della procedura, trattamento ecoguidato, uso dell’anestesia locale e integrazione con la sclerosi ecoguidata con schiuma, paziente sveglio e collaborante che può essere rapidamente dimesso dopo l’intervento. Naturalmente è necessaria un’informazione adeguata al paziente, per un consenso informato valido a un trattamento ambulatoriale.

La dott.ssa Veronesi e il dott. Pepe dell’Ospedale di Sassuolo inquadrano il ruolo di ELVeS nel trattamento delle varici recidive. Ne emerge un ben codificato trattamento con laser endovenoso di vasi rettilinei e di segmenti residui di tronco safenico incompetenti o “persi” durante un pregresso stripping o di recidiva sulla safena antero-laterale di coscia. Ma conviene considerare anche trattamenti più “puntuali” su segmenti brevi che possono essere le alimentazioni delle varici recidive, le perforanti e le giunzioni recidive. Ne emerge la necessità di una accurata analisi ecocolordoppler pre-trattamento e una buona esperienza nell’approccio a vene “difficili”.

Infine, il dott. Pinzetta, chirurgo di Bolzano, ci aggiorna sulle fibre radiali Slim. Sono fibre di nuova generazione: più sottili sia sull’asse sia sul cappuccetto terminale e più flessibili della fibra radiale standard, sono adatte a vasi di piccolo calibro o vasi con possibili problemi di cateterizzazione. Un ulteriore vantaggio è l’inserimento in vena con ago-cannula invece che con introduttore. Dato il minor calibro della fibra, è importante evitare la carbonizzazione del cappuccio utilizzandola con potenze basse e tenendola sempre in movimento. Le fibre Slim possono essere utili nel trattamento delle recidive giunzionali e delle perforanti, situazioni in cui si eseguono trattamenti corti, ma spesso molto efficaci nel bloccare il reflusso in varici tortuose che, in un secondo tempo, saranno trattate con più successo e meno effetti collaterali grazie alla sclerosi ecoguidata con schiuma. Anche in questi trattamenti c’è una sinergia tra laser endovenoso e scleroterapia.

Buona lettura!

Tecniche mininvasive per il trattamento chirurgico delle varici: una valutazione HTA

Una dettagliata analisi del costo beneficio di una chirurgia tradizionale e delle nuove tecnologie che vanno a sostituirla, con un’attenzione a tutti i punti economici non solo diretti, ma anche indiretti legati al sociale.

EVLA ed RFA risultano preferibili rispetto alla chirurgia tradizionale (stripping) relativamente alle dimensioni “Rilevanza generale” e “Impatto organizzativo”.

EVLA ed RFA risultano più convenienti rispetto alla dimensione “Impatto economico e finanziario”.

L’indice sintetico di valore più alto, pari a 0,37, è relativo all’introduzione della tecnologia Laser (EVLA), che risulta complessivamente l’ipotesi migliore in riferimento agli elementi presi in considerazione nella presente analisi.

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Valutazione dei rischi e management di un laser per chirurgia endovascolare

L’argomento che segue rappresenta una disamina rispetto alla normativa attuale e a ciò che avviene durante un intervento chirurgico con un laser da 1470 nm.

Un laser medicale presenta fattori di pericolo e rischi sia diretti, per la presenza del fascio laser stesso, sia indiretti, dovuti a fattori legati al dispositivo medico e alle interazioni fascio-combustibili e infiammabili.
L’introduzione di un laser necessita di valutazione rischi e benefici. Tra i rischi da stimare ci sono quelli associati all’introduzione della pratica laser e dalle misure di contenimento di questi ultimi.
L’articolo riporta l’analisi dei dati utili all’ingegneria clinica.

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