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The Veins N. 3

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Dicembre | 2019

ANNO I – N. 3 DICEMBRE 2019

The Veins Magazine Quadrimestrale di informazione per il Medico

Gli articoli di questo numero affrontano vari aspetti della tecnica laser endovenosa ELVeS.
I dottori Rostan e Bitossi, sull’esperienza di ben 10 mila trattamenti, confermano che le complicanze risultano molto contenute e gestibili. I loro dati sono di operatori che hanno costruito un notevolissimo know-how, ma che applicano con attenzione le regole di un trattamento ambulatoriale, in anestesia locale, con poche o nessuna flebectomia.
Il dottor Pinzetta illustra, con il suo caso clinico, il trattamento di una recidiva dopo chirurgia della vena piccola safena. È noto a tutti come il trattamento con revisione di crosse di recidive dopo chirurgia possa essere anche molto complesso e a rischio di complicanze. L’esecuzione di un trattamento ambulatoriale endovascolare ecoguidato, con laser, in anestesia locale, risulta essere più semplice per l’operatore e meno pericoloso per il paziente.

Nel terzo articolo, l’esperienza dell’HTA di Bergamo ci permette di conoscere il percorso di questa valutazione, i parametri e gli outcome esaminati, nonché le sue conclusioni. Il laser endovenoso non è solo un trattamento per la vena grande safena. Due articoli clinici illustrano il trattamento della vena piccola safena, del dottor Dimitrios Kontothanassis, e delle vene perforanti, del dottor Gabriele Bertoni, con i successi ottenuti. All’estero, in particolare negli Stati Uniti, sono comuni le vein clinic, unità specialistiche dedicate al trattamento delle malattie venose. In Inghilterra, NICE consiglia di creare queste strutture per avere cure migliori con un rapporto costo-beneficio ottimale.

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Nel nostro Paese, tutto ciò non è ancora frequente, anche se la filosofia che sta alla base della loro istituzione – alta specializzazione, qualità delle cure, ambulatorietà del trattamento – sono già applicate nelle breast e stroke unit. Il dottor Edoardo de Angelis con il direttore Dipartimento Scienze Chirurgiche professor Sgroi, hanno avuto la lungimiranza e la fiducia di crederci e provarci, mettendo in atto una struttura di questo tipo in Italia.

Nella sua intervista ci racconta com’è andata e con quali risultati. Infine il dott. Luca Gentile, esperto di risk management dell’ASL1 di Cuneo, analizza il percorso della valutazione del rischio legato all’utilizzo del laser da 1470 nm e delle fibre radiali e, sulla base delle sue misurazioni e valutazioni, indica un comportamento di sicurezza in termini di uso degli occhiali protettivi durante l’attività ed eliminazione delle superfici riflettenti nella sala operatoria, richieste talora avanzate dal responsabile locale della valutazione del rischio clinico. Buona lettura.

In evidenza in questo numero

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Trattamento di una recidiva della crosse safeno-poplitea
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Il trattamento dell’ulcera venosa
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Laser endovenoso: complicanze
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